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Fame
cikuta-mag.blogspot.com, 3 gennaio 2019 Fame
Mi sono approcciato a questo libro, come a tutte le uscite targate “Agenzia X”, con curiosità morbosa perché il taglio “dal basso” nel far rivivere le esperienze contro-culturali tipico della casa editrice Milanese ha sempre suscitato in me ammirazione e voglia di fagocitare urgentemente le pagine proposte.
A differenza di altri testi che ho avuto modo di leggere in questo “FAME” c’era però una componente importante, l’autrice.
Conoscevo infatti Angela Valcavi per i suoi trascorsi a bordo della nave pirata denominata THX 1138, una sorta di etichetta multimediale che tra la fine degli anni ’80 ed inizio ’90 si è resa protagonista di uscite memorabili come quelle legate alla pubblicazione della rivista “AMEN” ed al box “La Nave dei folli”.
Ecco allora spiegato, forse, il motivo del mio essere spaesato di fronte all’inizio di questo romanzo, tra l’autobiografico e una narrazione in stile working-class, dove non ho trovato le atmosfere punk-gothic che credevo di incontrare e che con una leggerezza molto gradevole mi ha fatto vivere i sogni, la musica, gli amori e la noia tipica degli adolescenti di provincia dei primi anni ottanta.
Un romanzo post-adolescenziale quindi dove la narrazione verte sulla quotidianità di ragazzi normalissimi, vicini al movimento contro-culturale che girava attorno alla musica punk e new wave, che lottavano contro l’alienazione di una normalità che non capivano e che erano perennemente in cerca della loro dimensione, dei loro spazi, della loro indipendenza, della loro libertà, della loro vita.
Intendiamoci, la lettura è avvincente e le storie che si susseguono sono gustose e piene di elementi di novità, piccoli ma continui… non ci si annoia insomma. Quello che mi mancava però, pagina dopo pagina, era proprio il fondamento stesso del testo. Anche “Fame”, la fanzine e la nascita della stessa attorno al quale si distende la storia, sembra solo un elemento di contorno, un’esperienza tra le altre, un argomento atto a rendere la trama razionale, più che un elemento portante del libro.
Arrivato a metà testo circa però le cose sono cambiate velocemente. C’è infatti uno spartiacque abbastanza marcato nel lavoro di Angela ed è la narrazione del viaggio Berlinese che tutta l’allegra compagnia legata alla redazione di “Fame” intraprese tra l’uscita del primo e del secondo ed ultimo numero della zine. Berlino come rito iniziatico.
Da quel momento in poi il testo cambia registro, diventa quasi aspro nella sua narrazione e le emozioni si susseguono molto meno sfumate che in precedenza dando luogo, quasi drammaticamente, alla fine dell’adolescenza che sarà poi tragicamente testimoniata nel finale tristissimo e pieno di rabbia.
Un libro a due marce e due velocità, per quanto mi riguarda, ma veramente ben scritto e con una propria anima che ci mette un po’ ad uscire fuori ma poi diventa protagonista dell’immaginario descritto in punta di penna.
Rockerilla, gennaio 2018 Angela Valcavi. Fame - Il romanzo di una fanzine
Uno squarcio nella memoria dei primi anni 80 che narra di spiriti ribelli chiamati a fa squadra in un progetto editoriale autoprodotto. Cresciuti nell’underground della periferia milanese, avevano incarnato le istanze del punk, nemici giurati di un sistema mondo da colpire con ogni mezzo. Una tribù di antieroi nostrani, di agitatori e artisti in erba che sposarono la causa delle controculture giovanili e del DIY, dello spazio autogestito e dell’estetica agit-prop, del (post)punk e della fanzine quale organo d’informazione senza filtri. Riposero sogni e speranze in “Fame”, prototipo di carta stampata fai da te in un pugno di pagine zeppe d’immagini frastornanti e di testi urlati. Angela Valcavi ne rivive il ricordo nel suo brillante romanzo, la saga di una generazione la cui rabbia era fame di giustizia e verità, una storia bellissima fatta a pezzi dalla tragedia.
di Aldo Chimenti
Premio Macchina da scrivere 2017, dicembre 2017 Angela Valcavi. Fame - Il romanzo di una fanzine
Vincitrice del Premio Macchina da scrivere nella categoria “Romanzi” per aver trasformato l’antagonismo di una stagione in un romanzo.
www.liberolibro.it, 29 settembre 2017 Angela Valcavi, Fame
Fame. Il romanzo di una fanzine, di Angela Valcavi, è un romanzo intenso, intriso di fame di rivolta, di visionarietà e di nostalgia tarkovskijana. Love will tear us apart, again, l’amore ci farà a pezzi, cantava Ian Curtis dei Joy Division proprio negli anni in cui è ambientato il romanzo. L’amore per i sogni e le utopie, ostinati e contrari al riflusso e all’emergere del qualunquismo, ma senza le armi degli anni di piombo, con la sola forza della creatività e dell’immaginazione non sottomessa. L’amore per quella tensione che – come scriveva Georges Bataille – vuole mettere in discussione se stessi e tutte le cose assieme, in una distruzione più intima, in uno sconvolgimento più straniante, per sovvertire tutte le leggi anche quelle non scritte.
Nell’estate del 1982 il bilocale di Marta è il punto di incontro per un gruppo di amici, finalmente il clima di repressione degli anni settanta volge al termine e sembra aprirsi un varco denso di nuove opportunità creative. Da un quartiere di Milano i giovani viaggiano alla ricerca di percorsi inesplorati per liberare la loro indole ribelle, smarcandosi dalla malattia del conformismo. L’idea di realizzare una rivista autoprodotta si trasforma in poche settimane nel progetto più totalizzante della loro breve esistenza, anche perché si rendono conto di avere tra le mani un formidabile veicolo per trasmettere la propria voce ad altre periferie delle città europee.
Un romanzo tra realtà e finzione che prende spunto dalla storia di “Fame”, una delle prime fanzine italiane, scritto da una testimone diretta. Tra squat e musica gli umori e gli amori si intrecciano, la vita sfocia in un’evoluzione che porta i redattori ad assorbirne gli stili di vita più radicali, dal post punk all’industrial. Sono gli eroi del quotidiano o gli antieroi sociopatici di un’epoca da dimenticare? Poi tutto si ferma. Una corsa per non perdere l’autobus. Un botto. Forse la marmitta di un’automobile che passa… Una bolla di sapone avvolge tutto e sospende la realtà portandosela via in un altrove lontano. Carichi di rabbia, impotenza e dolore, i protagonisti si fermano a guardare per un’ultima volta ciò che è stato, fino al momento in cui realizzeranno di non essere più invincibili. “La barca dell’amore” questa volta non “si è infranta contro gli scogli della vita quotidiana”, ma sotterraneamente ha prodotto forme e stili di vita molteplici e distanti eppure in sintonia sensibile tra di loro, nuove visioni e progetti, formule di socialità, partecipazione e divulgazione dei saperi, laboratori creativi, librerie pulsanti, officine multimediali, macchine immaginative non omologate, scantinati che diventano spazi espositivi autogeni, club con palchi calpestati da decine di band ogni settimana, centri di sperimentazione sociale che quotidianamente offrono eventi di tutti generi, che si trasformano in luoghi di socialità, installazioni e poesia… in preparazione delle connessioni impreviste che si dispiegheranno nei decenni successivi.
di Angela Greco
Il Quotidiano di Bari, 27 giugno 2017Dopo gli esordi in una rivista punk nasce una scrittrice: Angela Valcavi
Angela Valcavi, dopo un’esperienza in una rivista “fanzine” – che nell’ambito del movimento punk assume negli anni Ottanta uno status di stampa indipendente e polemica nei confronti della società consumistica – esordisce nel mondo delle lettere con un libro dal titolo “Fame” che sarà presentato il 28 giugno prossimo.
“Fame. Carneade, chi è costui? L’interrogativo manzoniano ci aiuta a muoverci agevolmente nel ginepraio delle “fanzine”, derivante dai termini inglesi fan e magazine. Non solo. Ma anche a dare una risposta a taluni questi della neo-scrittrice: “Dov’eri tu negli anni ottanta? Bevevi il Campari, ti facevi una pera o pubblicavi una fanzine?”
“Nell’estate 1982 – apprendiamo – il bilocale di Marta è il punto di incontro per un gruppo di amici, finalmente il clima di repressione degli anni settanta volge al termine e sembra aprirsi un varco denso di nuove opportunità creative. Da un quartiere di Milano i giovani viaggiano alla ricerca di percorsi inesplorati per liberare la loro indole ribelle, smarcandosi dalla malattia del conformismo. L’idea di realizzare una rivista autoprodotta si trasforma in poche settimane nel progetto più totalizzante della loro breve esistenza, anche perché si rendono conto di avere tra le mani un formidabile veicolo per trasmettere la propria voce ad altre periferie delle città europee.
Un romanzo tra realtà e finzione che prende spunto dalla storia di “Fame”, una delle prime fanzine italiane, scritto da una testimone diretta.
Tra squat, musica, alcol e pasticche, gli umori e gli amori si intrecciano, la vita sfocia in un’evoluzione che porta i redattori ad assorbirne gli stili di vita più radicali, dal post punk all’industrial. Sono gli eroi del quotidiano o gli antieroi sociopatici di un’epoca da dimenticare?
Poi tutto si ferma. Una corsa per non perdere l’autobus. Un botto. Forse la marmitta di un auto che passa… Una bolla di sapone avvolge tutto e sospende la realtà portandosela via in un altrove lontano. Carichi di rabbia, impotenza e dolore, i protagonisti si fermano a guardare per un’ultima volta ciò che è stato, fino al momento in cui realizzeranno di non essere più invincibili”.
Dopo l’esperienza della fanzine “Fame”, Angela Valcavi ha lavorato nel progetto multimediale THX 1138 e nella rivista “Amen”. Dal 1989 ha dato vita alla pubblicazione di arte e rivolta underground Informe. Quindi, negli anni successivi ha proseguito nel suo percorso artistico tra scrittura e pittura. Il suo lavoro è in tutte le librerie e si può ricevere on line sui siti Amazon, Feltrinelli, Mondadori.
(v.copp.)

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