Un granello di sabbia nell’ingranaggio della costruzione del consenso. Una voce per le realtà di lotta costrette al silenzio.
Trent’anni fa cominciavano le trasmissioni di una radio libera che provava ad accompagnare, oltre la cappa repressiva di quei tempi, i pochi fermenti antagonisti. Intorno all’emittente, che prese il nome di Radio Onda d’Urto, nacque allora una comunità ribelle che riuscì a svilupparsi anche grazie alla presenza attiva in molte espressioni del conflitto di classe. Una realtà che ha saputo rinnovarsi, senza mai snaturare la propria sensibilità costitutiva, muovendosi con originale intelligenza e con una partecipazione orizzontale che non ha paragoni. Dentro e contro le contraddizioni della società, ma soprattutto dentro gli avvenimenti affrontati sulla strada, rielaborati in redazione e irradiati quotidianamente per ascoltatori e sostenitori. Un’area pubblica divenuta nel tempo sempre più vasta, come dimostra la festa di Radio Onda d’Urto che, iniziata nel 1992, è ora un appuntamento estivo imperdibile per migliaia e migliaia di persone.
Questa cronaca narrativa è frutto di un lungo lavoro redazionale, tratto dalla rielaborazione delle testimonianze di molti tra coloro che negli anni hanno partecipato al progetto radiofonico.